Articolo di Lorella Carimali.
Potrei dire ripartiamo dalle “S”: società, sviluppo, solidarietà, sostenibilità, scienza, sogno, speranza, sanità e scuola.
Investire sulla scuola per rilanciare il nostro Paese, perché lì ci sono tutte le “S” e ci sono quelle giovani e quei giovani che sono il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro e la nostra speranza per un mondo migliore. Noi però li stiamo dimenticando e ignorando: la scuola deve passare dal capitolo spesa a quello dello sviluppo economico, e i numeri della dispersione scolastica e dei Neet sono terribili. Uso il termine “terribile” consapevolmente, perché la matematica ci insegna che dietro ai numeri c’è molto altro e in questo caso ci sono ragazzi e ragazze, giovani donne e uomini a cui viene negata la speranza di poter progettare il proprio futuro, di sognare e di cambiare il proprio modo di vedere sé stessi e il mondo.
Oggi, le diseguaglianze sociali non sono più solo questione di reddito, ma consistono anche nel non poter usufruire delle stesse opportunità per realizzare i propri progetti di vita e per veder fiorire talenti e aspirazioni. Don Milani sottolineava che i diritti costituzionali, come l’uguaglianza, non dovessero significare solo la possibilità di diventare dottori in medicina o ingegneri ma soprattutto la possibilità di essere “sovrani di noi stessi”. Una società equa e solidale deve fornire a tutti le risorse culturali e di pensiero necessarie per una piena cittadinanza e per trovare la propria radice quadrata della vita.
Io ho avuto questa possibilità e per questo devo ringraziare la scuola e la matematica. Una scuola che deve sempre più essere presidio di speranza e fiducia oltre che di legalità e che deve includere tutti, per far nascere sogni.